Secondo tentativo al Camoghè andato a buon fine. Ci avevo provato l’ultimo giorno dell’anno ma sono stato respinto dalla Piazza D’Armi. Ebbene si, la via “normale” sale dall’Alpe di Serdena in Val d’Isone; per raggiungerla si deve percorrere una strada ad uso militare chiusa nei giorni feriali. Il 31 Dicembre ovviamente era tutto sbarrato e abbiamo fatto dietrofront.
Questa volta, per andare sul sicuro, decidiamo di salire dalla Val Colla che avevo già “sondato” durante la salita al Monte Bar. Partiamo dall’abitato di Colla seguendo le indicazioni per il Gazzirola sugli immancabili e precisi cartelli gialli svizzeri. Anche oggi in modalità “light” con scarpette da trail e ramponcini. Dopo qualche scalino, superiamo la chiesetta e proseguiamo lungo la carrozzabile fino all’Alpe Pietrarossa (possibile qualche taglio, specie all’inizio).
Da qui il sentiero “ufficiale” punta verso nord ovest per raggiungere la cresta: in realtà è possibile tagliare e salire direttamente verso NE dalla fine della carrozzabile (tracce di sentiero). Arriviamo al Passo Pozzaiolo dove ci accolgono raffiche di vento gelido provenienti da nord. Dopo il festival dell’alta pressione è iniziato quello delle irruzioni da NE che da noi portano solo vento e freddo, mentre sotterano di neve l’Italia centrale.
Dal passo, affrontiamo un lungo traverso esposto a nord verso la Bocchetta di Revolte. Questo tratto è da affrontare con attenzione specie se, come nel nostro caso, ha appena nevicato. Alla bocchetta riassaporiamo il sole, ci voleva! Il tratto finale lungo la cresta SE è tracciato benissimo, una goduria. Arriviamo alla sella prima dell’anticima. Mettiamo i ramponcini per affrontare l’ultimo tratto esposto a nord, dove troviamo neve compatta. Superiamo la cappelletta e dopo poco siamo in vetta.
Mi avevano detto che era il panorama più bello della zona, ed effettivamente è vero. Scendiamo subito, fa freddissimo. Rientriamo lungo lo stesso itinerario di salita, osservando l’esteso incendio in corso sul Monte Due Mani.