La due giorni vallesana si conclude con la salita del Lagginhorn lungo la via normale, ovvero la cresta ovest. Come per la Weissmies si parte dalla Weissmieshutte, facilmente raggiungibile dalla stazione intermedia degli impianti di Hohsaas. La cena non è malvagia, le cotolette impanate hanno fatto la loro porca figura.
Dopo la solita colazione sbrigativa siamo pronti a partire. Qui bisogna fare attenzione a non sbagliare strada, evitando di seguire le persone dirette al Fletschorn (lungo la morena di sinistra) ma tenendosi sulla destra. La prima parte dell’itinerario infatti risale la morena del Lagginhorngletscher che si raggiunge comodamente tenendosi sulla sinistra idrografica del torrente che scende dal ghiacciaio. In breve tempo si arriva al Lagginhorngletscher; noi ci siamo legati anche se il ghiacciaio non mostrava segni di crepacci. Risaliamo il ripido pendio nevoso puntando poi decisamente sulla sinistra dove si trova l’attacco della cresta W.
La cresta è abbastanza semplice, sempre molto larga e mai eccessivamente esposta. C’è solo un breve tratto di II grado su una placchettina, ma anche qui niente di eccezionale. Attenzione però a rimanere sul percorso seguendo gli ometti e alcuni bollini rossi (oltre che i segni dei ramponi). Basta poco per perdersi e finire su tratti non proprio bellissimi. Non abbiamo utilizzato i ramponi visto che le rocce erano pulite e senza ghiaccio.
La parte più insidiosa a mio avviso è quella finale. Abbiamo trovato due nevai ghiacciatissimi, il primo dei quali finiva direttamente nello strapiombo che separa il Lagginhorn dal Fletschorn. Anche il secondo, che porta alla vetta, l’abbiamo affrontato con tutte le precauzioni del caso, specialmente in discesa.
La cima è bellissima, molto aerea e panoramica. La discesa è sicuramente più impegnativa della salita, un po’ per la stanchezza un po’ perchè disarrampicare non è mai semplice. È un PD classico, divertente anche se a tratti un po’ noioso. Il bel tempo è un requisito fondamentale, trovarsi su quella cresta con un temporale può trasformare una piacevole gita in un vero inferno. Complimenti a mio papà, quattordicesimo quattromila!