Finalmente sono riuscito a realizzare questa piccola pazzia dal dislivello improbabile. Tutti i soci si defilano, ma non il temerario Stefano, che decide di accompagnarmi in questa mazzata. Partiamo col buio da Borgonuovo, frazione di Piuro, e iniziamo a risalire la mulattiera che conduce a Savogno, un bellissimo borgo di origine medievale. Dopo Savogno la mulattiera prosegue addentrandosi nella Valle Alpiglia per poi diventare sentiero poco prima dell’omonima alpe.
Arriviamo alla testata della valle e superiamo il fiume grazie ad un ponticello in legno (l’ultimo di tre) per portarci sulla destra orografica dove inzia il ripido sentiero che porta al Lago dell’Acqua Fraggia. Con una serie di tornanti e un lungo traverso, arriviamo ad un alpeggio (fontana) e infine al lago con un ottimo tempo di 3h:30: La nostra meta è ora evidente davanti a noi. Mangiamo velocemente qualcosa e prendiamo il senttiero che conduce al Passo del Turbine, siamo completamente soli non c’è anima viva.
Un’altra sosta al passo, dove la stanchezza comincia a farsi sentire, sono già 2000m di dislivello! Stefano accusa leggermente il colpo ma è determinato a continuare per raggiungere la vetta. La prima parte della cresta è erbosa, intervallata ogni tanto da qualche salto di roccia, facilmente aggirabile sulla destra grazie anche a deboli tracce di sentiero. C’è ancora qualche chiazza di neve ma sempre evitabile: la scelta delle scarpette da trail si è rivelata vincente soprattutto per preservare i piedi in discesa!
Il percorso si svolge interamente sul filo di cresta (ometti) con una seconda parte rocciosa costituita da grossi blocchi instabili: ogni appoggio va testato per evitare di fare una rovinosa caduta. L’unica vera “difficoltà” è una breve paretina di II° poco prima del tratto finale. Stefano è ormai cotto ma con grande determinazione non molla e, dopo un ultimo tratto nevoso tocchiamo i 3107m della vetta dopo 7h e mezza! Siamo solo a metà dell’opera però, ora dobbiamo ridiscendere ai 400m di Piuro!
La discesa della cresta dura più o meno come la salita, quindi vanno calcolati bene i tempi. Arriviamo a Savogno col buio e con le frontali percorriamo l’ultimo tratto che ci riporta alla macchina. Siamo completamente cotti, le ginocchia urlano ma la soddisfazione è tanta! La salita in giornata richiede sicuramente un’ottima preparazione fisica, un tempo realistico per una persona ben allenata è di circa 6h/6h e mezza. Al di là dell’impegno fisico i panorami sono eccezionali e l’intero percorso è paesaggisticamente molto vario.