Gita organizzata all’ultimo ma riuscita benissimo. Vogliamo fare una cima sopra i 3000m senza però dormire in un rifugio. Propongo la Tresenta con partenza da Pont e notte in tenda al parcheggio. Proposta accettata, partiamo sabato alle 15:30 per arrivare a Pont circa tre ore dopo sotto il diluvio. Non ci scoraggiamo e aspettiamo in macchina che smetta di piovere. Scartiamo l’ipotesi prato per la tenda e cominciamo a cercare un posto dove bivaccare.
Troviamo un albergo abbandonato poco prima di Pont, e piazziamo la tenda sotto una tettoia sul retro dell’edificio per non dare nell’occhio. Abbiamo un posto riparato dove dormire. Prepariamo la cena con gli imprescindibili cappelletti alla carne Barilla in brodo di dado. Stefano però commette un errore imperdonabile sbagliando i tempi di cottura. L’esperienza ci insegna che vanno cotti al massimo 7 minuti, perchè poi continuano ad ammorbidirsi nel loro brodo. Meglio poi usare un dado e mezzo per raggiungere la perfezione. Rimediamo con un secondo a base di focaccia Esselunga, due etti di speck tagliato fine e due birre.
Alle 21 siamo già nei sacchi a pelo, sveglia puntata alle 2:50. Ci alziamo con un cielo ancora nuvoloso: non ci scoraggiamo, il tempo dovrebbe migliorare rapidamente grazie all’ingresso delle correnti da nord. Alla luce delle frontali ci incamminiamo lungo il sentiero n.1 alla volta del Rifugio Vittorio Emanuele. Il sentiero è fantastico, con tornanti regolari guadagna rapidamente quota. In due ore arriviamo al rifugio, dove nella notte sono caduti circa 15cm di neve fresca. Un giugno vecchio stile, con temperature finalmente in media e precipitazioni abbondanti.
Pausa barretta, cambio indumenti e ripartiamo. Risaliamo la morena lungo l’evidente traccia segnalata anche da numerosi ometti. Il panorama si apre verso nord regalandoci un’alba da fiaba con nuvole dipinte di arancione e luce diffusa. Dopo questo primo tratto ripido, il percorso affronta un tratto pianeggiante dove affiorano grossi massi. Seguiamo la traccia di chi ci precede in direzione della cresta ovest.
Calziamo i ramponi e iniziamo a salire la parte finale. Tutte le scuole francesi si legano procedendo in cordata, noi optiamo per una salita leggera e veloce con solo le bacchette, visto che il ghiacciaio è praticamente scomparso e la cresta non presenta alcun tipo di pericolo. La salita è sempre sostenuta con pochi punti dove rifiatare ma siamo in forma e procediamo spediti. Il vento soffia forte alzando la neve e regalandoci un’inattesa bufera di fine Giugno.
In vetta fortunatamente il cielo si apre parzialmente, regalandoci un bellissimo scorcio della pianura piemontese. Cinque ore e mezza da Pont comprese le pause, non male! La discesa è fulminea, in un’ora siamo di nuovo al Rifugio e quindi a Pont, sfruttando i numerosi “tagli” dei tornanti finali. Una salita molto facile e allenante, da fare in giornata con ramponi e bacchette senza caricarsi troppo.