Con il suo inconfondibile colore giallo acceso domina il Pian di Neve da una posizione privilegiata. La vista sull’Adamello al tramonto è impareggiabile. Partiamo stracarichi da Fabrezza la domenica, con l’idea di evitare l’affollamento al bivacco. È già un’impresa parcheggiare nei pressi dell’Albergo Stella Alpina, nel weekend è preso d’assalto dalla mandria.
La Val Salarno
Fabiana, con grande coraggio, parte con i “ferri da stiro“ — alias Nepal Evo — ai piedi. Per fortuna la salita fino al Rifugio Prudenzini è molto soft, anche se lunga. Arrivati al Rifugio ci concediamo un piatto di pasta prima di affrontare la ripida salita finale. La pasta è cara e scondita, migliorabile.
Ripartiamo alla volta del Bivacco. Dopo aver superato un ponticello in legno attacchiamo la rampa finale, che non darà più tregua fino alla fine. La traccia sale molto diretta, gli zaini pesanti cominciano a farsi sentire. Più in alto veniamo avvolti dalle nebbie, purtroppo non ci lasceranno in pace anche il giorno successivo.
Notte al bivacco
La parte alta alterna pietraie a nevai. Il percorso è sempre ben segnato con bolli bianchi e rossi. Raggiunto il Passo di Salarno la vista si apre di colpo sull’immenso Pian di Neve, emozionante! Il Bivacco è poco più in là, lo raggiungiamo per grandi blocchi di granito. È piccolo ma accogliente, sei posti letto con coperte di lana. Non abbiamo portato i sacchi a pelo e i materassini, la scelta si rivelerà vincente.
Per la cena un classico: cappelletti Barilla con cuore di brodo Knorr cotti nella neve del Ghiacciaio dell’Adamello. Dopo cena aspettiamo un tramonto che non arriverà mai, purtroppo le nuvole non danno tregua. Anche al risveglio siamo avvolti dalle nuvole. Partire per la vetta non sarebbe saggio, quindi aspettiamo.
Salita all’Adamello
Dopo un’ora circa arrivano le schiarite. Imbrago, corda, nodi a palla, cordino da ghiacciaio, una picca, un bastoncino e partiamo per la vetta dell’Adamello. L’avvicinamento è lungo. Volevamo fare la cresta NE ma era avvolta dalle nuvole. Optiamo per la classica SW, la stessa che si percorre arrivando dalla Terzulli. Per facili blocchi di granito e nevai raggiungiamo la vetta. È la terza volta per me in cima a questa splendida montagna.
Per fortuna riusciamo a vedere il panorama prima che le nebbie tornino a farci visita. Rientro a ritroso fino al Bivacco su un ghiacciaio ancora coperto ma già in pre-agonia estiva. Nessun crepaccio avvistato, ma meglio stare attenti, soprattutto quando si passa vicino alla Vedretta di Salarno.
La discesa dal Bivacco a Fabrezza è eterna, armatevi di tanta pazienza. Gita consigliata, il Bivacco è un balcone incredibile sui ghiacciai dell’Adamello e giustifica le oltre sei ore di cammino per raggiungerlo.