Le alte temperature ci tengono lontano dalla neve, decidiamo quindi di fare la Via Ferrata del Venticinquennale ai Corni di Canzo. Partiamo alle 7 da Seregno alla volta di Canzo e quindi al parcheggio situato di fronte all’Albergo Fonte Gajum, ormai abbandonato. Lasciamo a destra il sentiero geologico e imbocchiamo sulla sinistra la carrozzabile che guadagna subito quota per poi traversare fino all’Agriturismo Terz’Alpe. Da qui parte un ripido sentiero che con stretti tornanti conduce all’attacco della ferrata.
Indossato il casco e preparata tutta l’attrezzatura attacchiamo la ferrata. Il primo tratto consiste in un’ampia fessura che taglia diagonalmente la parete fino ad arrivare ad una placca addomesticata da alcuni appoggi. All’inizio la catena è molto grossa e l’assenza del cavo rende difficoltosa la progressione dei moschettoni. Inizia quindi un breve e facile canalino che porta all’inizio del traverso. Questo è forse il tratto più bello della via, esposto e a volte strapiombante, sicuramente il tratto più difficile da percorrere senza l’ausilio della catena.
Finito il traverso incontriamo una facile scaletta che conduce ad una cengia erbosa dalla quale è possibile vedere l’ultima asperità della via, ovvero una piccolo pilastro strapiombante reso più agevole da alcune staffe. Superata quest’ultima parte tocchiamo la cresta di vetta ed in pochi minuti, superato il Passo delle Vacca (leggermente esposto), tocchiamo la croce.
La ferrata è corta ma abbastanza impegnativa, sicuramente non adatta a chi è alle prime armi. Come al solito chiudiamo la gita il con un giro ad anello passando per la Colma di Val Ravella e il sentiero geologico che ci riporta alla macchina.