Quest’anno è quello buono, si parte per l’Etna. Volo da Orio a Catania dove noleggiamo un pulmino. Siamo un bel gruppo, in tutto una ventina. Pernottiamo a Nicolosi al Bed & Breakfast “La Giara”. Molliamo i bagagli, ci vestiamo e partiamo subito verso il vulcano. Prima meta “La Montagnola”, un cono secondario alto 2780m sul versante sud.
Primo giorno sul versante sud
Lasciamo il pulmino poco dopo il Rifugio Sapienza, nei pressi di una valletta ai margini di un bosco. La neve è poca, ma si riesce comunque a salire sfruttando le lingue di residue. Ambiente surreale: neve nera coperta dalla cenere, e atmosfera sulfurea. Lentamente guadagniamo la vetta, dove si gode di un magnifico panorama sui crateri sommitali dell’Etna. Iniziamo la discesa su neve inizialmente dura, che si trasforma poi in un magnifico firn.
Nella parte bassa è una lotta contro la cenere e i sassi. Ho perso il conto di quante volte ho toccato. Pazienza, gli sci sono fatti per essere usati! Rientriamo a Nicolosi accompagnati da un tramonto magnifico. La sera cena all’Osteria 1877. Cibo fantastico in una bellissima location, consigliato!
Secondo giorno: la salita in vetta
Il giorno successivo è dedicato alla salita alla vetta. Partiamo presto dopo un’abbondante colazione con delle ottime torte fatte in casa. Nella notte sono caduti 20cm di neve fresca, non vediamo l’ora d’iniziare la salita. La strada sopra i 1500m è innevata, senza catene è quasi un’impresa, ma Raffaele, la nostra guida, si dimostra un pilota eccezionale.
Parcheggiamo a Piano Provenzana dove partono gli impianti da sci. La giornata purtroppo non è delle migliori, ma ci proviamo lo stesso. Iniziamo risalendo la pista (i gestori non fanno storie) per poi abbandonarla prendendo i pendii sulla destra fino all’arrivo dello skilift.
Non si vede nulla, whiteout totale, ma la sorpresa è dietro l’angolo. Poco dopo infatti il cielo si apre improvvisamente, siamo sopra le nuvole, fantastico. A questo punto decidiamo di andare in vetta. Il plateau superiore è molto lungo, sembra non finire mai. Il vento forte e le nuvole creano una bellissima atmosfera degna dell’alta montagna.
Il tratto finale è costituito da sastrugi coperti di cenere. Riesco ad arrivare sci ai piedi venti metri sotto il cratere sommitale. Lascio gli sci e salgo faticosamente. C’è una crosta di ghiaccio che cede a ogni passo per via del calore sottostante. In vetta al cratere sommitale siamo avvolti dai fumi del vulcano, si fa fatica a respirare. Per fortuna le forti raffiche di vento spingono via il grosso delle esalazioni. Scendiamo per un lungo tratto a piedi. Sarebbe impossibile sciare con tutta queste cenere.
Rimettiamo gli sci, dopo aver liberato gli scarponi dal terriccio ghiacciato che impediva il bloccaggio degli attacchini. Con il senno di poi era meglio coprire con del nastro adesivo quella parte, non è stato facile rimuovere quel tappo! Puntiamo con decisione l’osservatorio. Senza raggiungerlo, scendiamo lungo un bellissimo canalone che ci riporta a Piano Provenzana. 20cm di neve fresca su fondo duro, niente male! La giornata si conclude a Catania con una cena a base di pesce fresco.
Terzo giorno: magnifica sciata sul canalone
Il terzo giorno torniamo a Piano Provenzana. Il gruppo che non è riuscito a salire in vetta ieri tenta la cima prendendo gli impianti. Noi pelliamo verso l’osservatorio, per fare un altro canalone. Scegliamo l’ultimo sulla destra. Per prenderlo, una volta raggiunto l’osservatorio, si deve proseguire lungo la cresta per un centinaio di metri.
Ha inizio la sciata più bella di questo viaggio. Strato di neve fresca di 20cm su fondo duro, pendenze costanti sui trenta gradi per 800m di dislivello, il tutto con vista mare. Impossibile chiedere di più. Sul finire compaiono le ginestre pioniere piegate dal vento. Nella mente riecheggiano i versi di “Secondo Imbrunire” di Battiato. Arriviamo al Rifugio Citelli, dove ci beviamo una meritata birra.
Una tre giorni che non dimenticherò mai, come non la dimenticheranno le solette e le pelli. Un consiglio: portate le seconde scelte, l’Etna non perdona.