Quando si presenta l’occasione giusta non ci sono scuse, bisogna andare: nevicata recente, meteo stabile, assenza di vento, e itinerario da sogno. Il Blüemberg era in lista da tempo, ma non ero mai riuscito a incastrare tutto. Partenza alle cinque da Cremeno, alle sei mi ritrovo con Alessandro a Como. Ale è una certezza per questi itinerari massacranti, sia per dislivello che per i tempi di viaggio.
Partenza da Muotathal
Partiamo dal piccolo paesino di Muotathal nel Cantone di Svitto. Al suolo circa mezzo metro compatto, con 5/6cm di neve fresca. Sembra di essere in un altro pianeta. Dopo il distributore di benzina, sulla destra, parte una stradina che può essere percorsa fino dove l’innevamento lo consente. Noi abbiamo fatto due tornanti poi il ghiaccio impediva di proseguire.
Calzati gli sci seguiamo la stradina completamente ghiacciata. Al quarto tornante la abbandoniamo per risalire i ripidi prati in mezzo al bosco seguendo le indicazioni per l’Alpe Ahoreli. Per fortuna esiste già una traccia e non dobbiamo battere. Attraversiamo diverso boschetti alternati ad alcuni alpeggi, con la vista che mano a mano si apre verso nord. Al termine del bosco inizia un lungo traverso verso sudovest in leggera salita.
Bisogna puntare le ripide pareti dell’Achslenstock e imboccare il canalone alla sua base. Non risalite il primo vallone, quello conviene farlo in discesa. Al termine del vallone possiamo ammirare per la prima volta la cima. Il pendio finale è già solcato da numerosi passaggi e non desta preoccupazione. In generale è una meta molto frequentata, ma quasi tutti salgono dalla Lidernenhütte. Conquistarsi le proprie curve è il modo più bello per salire questa cima.
L’Ambiente è meraviglioso. Ampi valloni, pareti scoscese, laghi e spazi infiniti verso nord. Alla fine lo scialpinismo è anche questo: scoprire nuovi spazi delle Alpi in inverno. Oggi Alessandro è una macchina, devo rallentare per non fondere il motore. Il pendio finale è molto ripido (30/35°) e va valutato con attenzione se si è i primi a passare.
La vetta
Ci sono due opzioni per arrivare in vetta. La prima è arrivare al colle di sinistra, lasciare gli sci e a piedi raggiungere la cima con un tratto di dieci metri circa molto ripido (potrebbero servire i ramponi). La seconda — a mio avviso la migliore — prevede di compiere un lungo traverso verso destra alla base delle rocce di vetta per poi arrivare facilmente in cima sci ai piedi.
Siamo saliti in 3h e 15m, pazzesco. C'è da dire che il percorso rende bene e sale veloce, ma oggi Ale era incontenibile. Il panorama dalla vetta è clamoroso. A sud le Alpi Glaronesi con il Clariden, verso ovest le pareti del Chronenstock, verso nord il Lago dei Quattro Cantoni e le Alpi che finiscono lasciando spazio alle colline. In cima incontriamo molte persone salite dalla Lidernenhütte grazie all’aiuto di alcune corde fisse nel tratto finale. Preparatevi a non essere da soli in vetta, ma siate fieri di essere saliti dal fondovalle con le vostre forze.
Una discesa mozzafiato
La pala finale è tritata ma la neve è stupenda e si scia bene. Verso destra ampi spazi vergini, inizia lo spettacolo. Trenta centimetri di polvere della massima qualità, il massimo. A circa 2000m ripelliamo per raggiungere una cima non quotata a circa 2230m verso est dove è posta una grossa croce. La risalita è fondamentale per accedere al canalone visto in salita.
Dalla vetta noi abbiamo fatto un piccolo errore seguendo una persona verso nord, finendo in un canalino con alcuni sassi. Molto meglio sciare da dove siete saliti fino all’imbocco del canalone. Il canalone è commovente: pendenze perfette, neve perfetta, tutto perfetto.
Finito il lungo canalone inizia il rientro nel bosco. Le pendenze non mollano mai e ci si diverte fino all’ultimo metro. Arriviamo sci ai piedi alla macchina, entusiasti della giornata. Che dire, una delle gite più belle che abbia mai fatto. In salita vieni rapito dall’ambiente, e sciisticamente è una discesa stupenda. Non perdetevela.