Tante volte abbiamo percorso o sognato di percorrere sentieri in terre lontane, dimenticandoci di quanto la nostra Italia può offrire con i suoi ambienti ancora selvaggi, ricchi di natura. di silenzio, di colori e che ti possono regalare belle esperienze ed indimenticabili ricordi. Quest’anno dopo i Parchi del Nord America ecco scelto il Parco Nazionale della Val Grande che si trova in Piemonte nella provincia di Verbania. Il Parco è l’area selvaggia più grande d’Italia ed offre una bella esperienza a tutti coloro che ne voglio percorrere i sentieri
Decido di organizzare una due giorni e, approfittando dell’ultimo scampolo di bel tempo di quest’autunno straordinariamente mite e soleggiato, programmo un itinerario semplice giusto per prendere confidenza con l’ambiente e con la sua topografia.
In auto arriviamo a Malesco in Val Vigezzo e da qui entriamo nel Parco percorrendo la bella, anche se stretta, strada asfaltata che termina a Fondo li Gabbi a quota 1260 m. Qui prepariamo gli zaini per affrontare la nostra due giorni con sacco a pelo, materassino, fornelletto a gas, pentola, cibi vari e generi di conforto. Il trekking inizia percorrendo il fondo della Val Loana in direzione sud verso la Bocchetta di Scaredi ed il relativo bivacco.
Il sentiero è ben segnalato e sale gradatamente fino alla Località Fornaci per poi impennarsi con numerosi gradini fino all’Alpe Scaredi ed alla Bocchetta posta a 1840 m. La giornata è splendida e la calda luce autunnale fa risaltare i colori della natura che ci circonda. Passiamo dal blu del cielo, al verde dell’erba dei pascoli, al giallo delle foglie dei larici, al marrone dei faggi fino al bianco delle cime del Monte Rosa e dei quattromila svizzeri tutti in parata verso ovest.
Il Bivacco Scaredi è una bella costruzione in pietra con un piano rialzato dotato di tavolo, panche e stufa con abbondante riserva di legna e con un primo piano formato da un tavolato su cui stendere i sacchi a pelo. Questa caratteristica è comune ai bivacchi del Parco che variano solo nella loro dimensione e collocazione. Purtroppo a Scaredi l’acqua non è disponibile. Esiste un fontana ma l’abbiamo trovata asciutta. Forse zampilla solo in primavera ed all’inizio dell’estate.
Dopo una pausa si riprende il percorso che scende lungo la Valle Aperta verso la nostra meta il bivacco posto all’Alpe in la Piana a quota 960 m. Anche in questo tratto il sentiero è ben segnalato e visibile e passa per l’Alpe Boschelli 1420 m, l’Alpe Portaiola 1288 m per picchiare con numerose svolte sul Rio Fiorina che attraversiamo su un bel ponte sospeso. Appena dopo il ponte sospeso ed una breve salita eccoci all’ampia radura dell’Alpe in la Piana con il suo bivacco costituito da tre casette in pietra, una bella postazione per farsi una grigliata, acqua a poca distanza. Ci sistemiamo nella camerata superiore di una delle tre costruzioni dopo aver percorso con tutta calma quasi 10 kilometri, saliti per 654 metri e scesi per 951, per un tempo totale di cinque ore e quarantacinque minuti incluse le soste per fare un mare di foto.
Nella nostra casetta siamo noi sette più altre quattro persone con le quali dividiamo un’ottima torta ed il solito Braulio come digestivo. A nanna alle 9 e sveglia alle 6,30, dopo una notte tranquilla illuminata dalla mezzaluna prima e punteggiate di stelle poi.
Oggi è domenica 2 Novembre e dopo una rapida colazione, impacchettiamo tutto negli zaini e riprendiamo il cammino di ritorno. L’itinerario prescelto parte subito dietro il bivacco in direzione della Bocchetta di Vald quasi novecentosessanta metri sopra. Seguiamo i cartelli indicatori, i radi bolli bianchi e rossi e la traccia di sentiero che spesso perdiamo perché sommerso dalla foglie cadute dai faggi. Il senso dell’orientamento, la pratica a camminare in ambienti selvaggi ci aiuta a non perdere la traccia. Quasi in piano penetriamo nella valle del Rio Fiorina per poi guadarlo in un posto da favola e, lasciata a sinistra la confluenza della Val Rossa, iniziamo a salire per continue svolte fino all’Alpe di Vald di Sopra posta a 1386 m.
Il posto è stupendo in balconata verso la sottostante Val Grande, la Val Rossa e le Alpi Pennine. Qui si trova anche un bivacco, il più bello che abbiamo finora incontrato fornito dei soliti comfort e con una fontana da cui zampilla un’ottima ed abbondante acqua. Sosta obbligatoria per uno spuntino, una rinfrescata e poi via verso la Bocchetta di Vald in una giornata tiepida e piena di sole, appena sfiorati da una coppia di camosci.
Sosta alla Bocchetta di Vald a 1822m dove troviamo panche e ampio tavolo di legno su cui posiamo le nostre vettovaglie per un rapido spuntino. Purtroppo siamo nel cono d’ombra del Pizzo dei Diosi e la temperatura è decisamente scesa con un’arietta tesa e gelata. Riprendiamo velocemente il cammino scendendo in direzione Sud nella Valle del Rio Bondolo, sempre su sentiero ben tracciato, ma facendo attenzione a non scivolare perché spesso troviamo chiazze di brina. Arriviamo nella conca dell’Alpe Bondolo a quota 1522 m dove ritroviamo il sole ed un altro bivacco. Naturalmente foto, foto ed ancora foto.
Qui facciamo un rapido consulto per decidere se scendere lungo la valle fino alla Località Le Grotte a quota 1032 m e da qui risalire fino a Fondo li Gabbi per riprendere le auto, oppure scavalcare la Bocchetta di Cavalla a quota 1840 m e scendere a Fondo li Gabbi. Optiamo per questa scelta più breve di circa trenta minuti, ma che ci costringe a risalire per più di trecento metri il fianco Ovest della valle lungo una traccia di sentiero bella, ma bella ripida.
Arrivati alla Bocchetta di Cavalla ci affacciamo nella Val Loana e vediamo subito sotto di noi il parcheggio di Fondo li Gabbi con le nostre auto. Breve discesa passando per l’Alpe di Cavalla con gli ultimi scatti su un panorama da favola di larici e faggi in veste autunnale. Anche oggi ci siamo fatti quasi 11 kilometri, di cui 1288 metri in salita e 957 in discesa, per sette ore e trenta complessive di comodo camminare e di molte soste per fotografare le meraviglie che ci circondavano. Non abbiamo tralasciato uno scatto! D’altra parte ci siamo venuti apposta!
Trekking veramente bello, da fare assolutamente in questa stagione per la bellezza dei paesaggi illuminati dalla calda luce autunnale e per i colori della natura. Abbiamo preso le misure al luogo e quindi ci sentiamo pronti ad affrontare il più impegnativo trekking di tre giorni da Cicogna per la Val Grande, Le Arche, Alpe in La Piana, Val Gabbio e finire a Premosello.