La neve è ancora molto abbondante sulle nostre Alpi e risulta difficile trovare una cima da salire in condizioni di sicurezza. Alla fine ci indirizziamo al Piz Lagrev per la via normale dal versante E e sfruttiamo l’ultima giornata fredda prima dell’annunciata vampata di calore.
Siamo il quartetto del Pizzo del Quadro, quindi ben affiatato e motivato. Solita partenza poco dopo le 5 e con due ore di auto arriviamo al parcheggio, posto a quota 2160 circa, sulla destra della strada che sale allo Julier Pass.
La neve, continua e compatta, la troviamo subito dopo aver attraversato un ponticello. Siamo attorno allo zero gradi di temperatura per cui non si sprofonda e si procede regolarmente. Saliamo nel vallone sotto le pareti del Piz Polaschin, facciamo una breve sosta per calzare i ramponi e poi affrontiamo la rampa che ci porta alla conca del Lej Nair a quota 2720 m.
Il lago è ancora completamente ghiacciato e la superficie coperta da un coltre di neve dallo spessore certamente notevole. Tutto attorno la neve ,ancora abbondante, ricopre ogni cosa e cornici impressionanti si sporgono sui versanti nord. Uno spettacolo! Preceduti da due coppie di scialpinisti svizzeri, ci inoltriamo nella conca verso SW puntando al punto pi˘ basso della cresta fra le quote 3085 e 3109. Quest’ultima costituisce la meta scialpinistica, ma noi siamo intenzionati a raggiungere la vetta posta oltre.
La salita diventa ripida appena sotto la cresta e ci costringe ad un traversino, delicato, verso destra, prima di arrivare alla sella. Qui lasciamo la compagnia degli scialpinisti e con la picozza in mano percorriamo la cresta in direzione SW verso la nostra meta. La cresta non è difficile ma stiamo attenti a procedere ben aldisotto delle impressionanti cornici che orlano la parete del versante NW. Sinistre crepe disegnano il manto nevoso, segno evidente del cedimento delle cornici e foriere di imminenti crolli.
Ultimi metri su per la cupola che ci porta alla cima da cui sporge, per pochi centimetri, il palo di vetta del Piz Lagrev 3165 m. Giornata veramente splendida, con sole e sparse velature. Panorama a 360 gradi dall’Ortles, alla Biancograt del Bernina, le pareti N del Disgrazia, del Cengalo e la famosa parete NE del Badile. Chiudono a E le cime della Valle Spluga, la Adula, il Monte Rosa e d i 4000 del Vallese.
Discesa fatta con attenzione fin oltre il traversino e poi lunghissime scivolate fino all’auto. Sosta per una birra ed un pezzo di pizza dal Moreschi. Cosa volere di più!