Dalle Ande agli Appennini, è proprio il caso di dirlo! Ho ancora una settimana di ferie, quindi decidiamo di salire le due vette più alte degli Appennini: il Gran Sasso e la Majella. Partiamo di prima mattina alla volta dell’Abruzzo dove veniamo accolti da bel temporale. Non ci scoraggiamo e saliamo verso Campo Imperatore.
Sembra di essere nelle Highlands, un’unica strada circondata da infinite distesi di prati e montagne: un luogo davvero magico in queste condizioni! La pioggia per fortuna cessa e iniziamo a cercare un posto dove mettere la tenda. Troviamo una piazzola comodissima nei pressi di un tornante, con tanto di tavolo e sedie. Prepariamo una “deliziosa” cena a base di pasta e fagioli liofilizzata e ci infiliamo nei sacchi a pelo.
Ci svegliamo alle 5:30 per fotografare l’alba sul Gran Sasso: purtroppo è sereno e l’alba infuoca solo la montagna rendendo l’immagine troppo piatta, pazienza, sarà per la prossima volta. Recuperiamo scarponi e bacchette e ci dirigiamo verso Campo Imperatore dove ha inizio la salita. Il piazzale si riempie rapidamente e presto capiamo cosa vuol dire salire il Gran Sasso in piena estate.
Seguiamo la fiumana di gente lungo il sentiero che taglia a mezzacosta il pendio est del Portella fino a raggiungere la Sella di Monte Aquila. Da qui è ben visibile la vetta e il percorso che seguiremo. Lasciamo sulla destra il sentiero per la direttissima e puntiamo con decisione la Sella del Brecciaio ben visibile in lontananza. Questo tratto è bellissimo, soprattutto se percorso al mattino presto, quando i primi raggi accarezzano i pendii calcarei.
Dalla Sella in breve raggiungiamo la Conca degli Invalidi dove finalmente è possibile ammirare il Corno Piccolo. Da qui un evidente segnale su una roccia con scritto “Cresta Ovest” indica l’inizio della via che percorreremo in salita. La cresta è facile e divertente e presenta al massimo alcuni passaggi di primo grado. In breve siamo in vetta dove purtroppo le nuvole non ci fanno godere a pieno del panorama.
Dopo un rapido sguardo al famoso Ghiacciaio Del Calderone, ormai agonizzante, scendiamo lungo la via normale che definire “delirante” è dir poco. Una debole e affollata traccia di sfaciumi e roccette instabili: assolutamente sconsigliata, anche in discesa. Rieccoci a Campo Imperatore dove non ci facciamo mancare i classici arrosticini, assolutamente imperdibili! Ripartiamo in macchina per la prossima destinazione, la Majella.