Siamo al 12 Ottobre. La neve sta cadendo sopra i mille metri nella nostra regione. Partenza al buio e via lungo la SS36 fino a Chiavenna, poi confine. Val Bregaglia, Bondo, Vicosoprano 1068 m ove la pioggia comincia a diventare neve. Saliamo verso il Passo del Maloja 1815 m con la strada completamente ricoperta di neve compatta. Abbiamo le gomme da neve, ma senza 4x4 non saremmo riusciti a raggiungere il Passo.
Parcheggiata l’auto a fianco dell’Hotel Kulm, indossiamo gli indumenti adatti e la protezione dei nostri soft-shell, fissiamo le ciaspole e ritorniamo un poco indietro lungo la strada fino a trovare le paline, che indicano la nostra meta: Valle del Forno, Rifugio del Forno, Passo del Muretto, Laegh da Cavloc. Nevica fitto, fitto. La temperatura è attorno ai -2°C. La neve ha già uno spessore di 30-40 cm. Il bianco del paesaggio è interrotto solo dal verde chiaro delle foglie dei larici che stanno virando verso il giallo.
Saliamo per quella che è una carrareccia fino ad un tornante dove seguiamo le indicazioni per la Fourcla che ci porterà al Laegh da Cavloc. La salita è più ripida, la neve cade sempre fitta, lo spessore sempre più alto e la fatica maggiore. Siamo in un bosco di abeti e pini cembri in assoluta solitudine. Batto la traccia alternandomi con mio padre che figurati se non mi accompagna in queste avventure! A quota 2000 m circa svalichiamo e ci si apre la vista del Laegh da Cavloc 1907 m.
Il contrasto fra il biancore della neve, il verde scuro degli abeti, il colore degli aghi dei larici ora verde chiaro, ora giallo, ora rosso e infine marrone, il blu scuro delle acque del lago non ancora ghiacciato, rappresenta uno spettacolo da fiaba. Foto e video a più non posso con la mia fedele Olympus OM-D, che incurante della neve, delle condense e del freddo continua a fare il suo dovere.
Percorriamo tutto il periplo del lago fino ad arrivare all’Alp da Cavloc 1911 m. Qui si trova anche un piccolo rifugio con ristoro che troviamo sfortunatamente chiuso. Il menù esposto ci avrebbe sicuramente indotto in tentazione e avrei speso volentieri i franchi svizzeri che avevo con me. Liberiamo dalla neve, ormai arrivata a uno spessore di 60 cm, una panca che portiamo sotto il riparo del tetto e qui tè caldo, panino con finocchiona, biscotti al cioccolato.
Poi in piano fino alle baite dove si prepara in estate il mascarplin. Tentiamo di salire ancora verso la Valle del Forno, ma la neve alta ci costringe a ritornare sui nostri passi e con percorso ad anello raggiungiamo di nuovo l’auto al Passo del Maloja. La più bella ciaspolata di sempre!