Torno al Pizzo Ragno per la seconda volta dopo una prima gita esplorativa dell’autunno di due anni fa. Questa volta è tutto verde, la Val Grande regala sempre emozioni. Da Malesco saliamo lungo la Val Loana fino alla cappelletta da dove parte il sentiero. Mi ricordavo benissimo la perdita di quota iniziale: si scende infatti per quasi 200m fino ad attraversare il Torrente Loana. La classica mazzata finale al ritorno.
Dopo il ponte passiamo anche il Rio del Basso e iniziamo a salire lungo la sterrata fino all’Alpe omonima, dove vendono degli ottimi formaggi. Qui riprende il sentiero per l’Alpe Erta, immortalata due anni prima nel suo massimo splendore.
Qui inizia la suggestiva salita in una spendida faggeta che conduce a pascoli dell’Alpe Al Cedo, dove sorge l’accogliente Rifugio Cai Vigezzo. Riempiamo le borracce alla fontana e ripendiamo la marcia. Superato il Rio Castello inzia un bel bosco di larici che ci accompagna fino all’Alpe Al Geggio dove troviamo un’altra fontana.
Poco sopra l’alpe prendiamo un evidente sentiero sulla destra e, superata la dorsale, arriviamo ad un area ristoro con un tavolino. La traccia supera di nuovo il Rio Castello (passaggio su pietra liscia scivolosa) per poi riprendere a salire lungo un canalino con numerosi ometti. Nei pressi di una grosso masso di pietra ollare, caratterizzato da numerosissimi segni di scavo, sbagliamo strada. Andiamo sulla destra superando la dorsale che scende dalla vetta.
Le cime sono coperte dalle nuvole, non è facile orientarsi. Dopo essere saliti fino alla cresta realizziamo di aver sbagliato strada. Scendiamo e torniamo nei pressi del masso dove incontriamo una pista diretta verso i laghetti del Geggio: siamo sulla strada giusta. Dopo i laghetti il sentiero continua a non essere evidente, anche se la vetta ormai è ben visibile. Scegliamo di salire dalla cresta sud, è più agevole della “normale” che passa appena sotto la cresta.
Vetta molto panoramica, vista eccezionale sulla Val Grande e i quattromila del Vallese, il versante nord precipita verso la Val Vigezzo. Scendiamo da dove siamo saliti ma, invece di tornare ai laghetti, puntiamo dritti verso sud. Dopo poco incontriamo di nuovo la traccia e in breve guadagnamo l’alpeggio. Il rientro alla macchina è lunghissimo, con la ciliegina finale della risalita.
Escursione meravigliosa e molto varia paesaggisticamente, in autunno è un paradiso per chi è appassionato di fotografia. Una piccola considerazione sull’itinerario di salita: a mio avviso dall’Alpe Al Geggio conviene seguire il sentiero più evidente, lasciando sulla sinistra la traccia “ufficiale” che risale, dopo una presa dell’acqua, i pendii in direzione dei laghetti.
Attraversato il Rio Castello, nei pressi del grosso masso di pietra ollare (il secondo, non il primo dell’area pic-nic) abbandonare la traccia che prosegue verso NE e risalire per pochi metri un canalino fino a incontrare un sentiero. Prenderlo in direzione W, abbandonarlo poco dopo nei pressi di una roccia (ometto), e salire senza direzione obbligata la cresta sud fino in vetta. Questa variante (allegata nel file gps) è molto più diretta della normale e permette di risparmiare una ventina di minuti.