La puntavo da anni ma, per un motivo o per l’altro, non sono mai riuscito a salirla. Cima D’Agrella, o più semplicemente per me il “vulcano” della Valsassina con quella forma così caratteristica. Non ci sono molte relazioni, sembra abbastanza snobbata. Partiamo da Primaluna imboccando la “Via ai Monti”. Dopo poco diventa una strada ciottolata molto ripida. Tutto il tratto fino all’Alpe di Cich non molla mai, quasi una “vertical”, resa ancora più faticosa da uno spesso strato di foglie.
Superata l’Alpe il sentiero prosegue in falsopiano fino a collegarsi con una traccia molto più evidente che riprende a salire in direzione dell’Alpe del Diavolo. Qui incontriamo una singora gentilissima che ci indica il percorso da seguire. Subito dietro dietro l’Alpe infatti parte una traccia che si inoltra nel bosco, prima in salita e poi con un lungo traverso in direzione E/SE fino a raggiungere una baita nei pressi di un laghetto.
Da qui riprendiamo la salita seguendo alcuni bolli rossi sugli alberi. Li perdiamo quasi subito di vista, ma notiamo un ultimo segno su un faggio in direzione della dorsale. Lo seguiamo e iniziamo a risalirla stando leggermente sul versante est. Qui i segni spariscono del tutto, ma basta seguire la cresta fino alla fine del bosco, dove si apre la visuale e si può ammirare per la prima volta la vetta.
Prima di affrontare la parte finale costruisco un ometto per rincuorare i prossimi escursionisti. Facile ma ripida cresta finale erbosa e arriviamo in vetta. La giornata è cupa, ma proprio per questo molto affascinante. Il programma prevede il rientro dalla Bocchetta di Olino; consultiamo la cartina e scendiamo in direzione opposta verso l’Alpe Agoredo. Incontriamo quasi subito un sentiero e lo seguiamo fino all’Alpe. Dopo aver mangiato qualcosa ripartiamo in direzione di un bocchetta dove notiamo dei cartelli.
Vorremmo salire anche il Pizzo Cornagiera ma comincia già a scendere qualche goccia di pioggia, meglio rientrare. I versanti nord sono belli innevati, probabilmente c’è più neve adesso che durante tutto l’inverno. In breve siamo alla Bocchetta di Olino.
Verso sud precipita una gola impervia, la cartina però indica un sentiero sul ripido versante meridionale della Cima di Olino. In effetti, dopo un inizio poco promettente, inizia il tratto più spettacolare della gita. Un sentiero costituito da roccia di verrucano che supera un lungo tratto scosceso, fino a guadagnare la dorsale che scende a Primaluna: mozzafiato!
La discesa poi è ben segnata e rapidamente rientriamo alla macchina sotto una pioggia battente. Escursione bellissima in una zona poco frequentata della Valsassina, resa ancora più suggestiva dalla giornata cupa e piovosa.