Ancora una volta in Engadina: comoda da raggiungere, dall’ambiente magico e ricca di cime oltre i tremila metri. Ecco allora mio padre proporre una bella cavalcata per creste. Un’infilata dal Piz Surlej al Piz Mezdì passando per il Piz San Gian, il Piz Rosatsch ed il Cuolm d’Mez. Partenza da San Moritz Bad e rientro allo stesso punto con un anello perfetto!
Partenza da St. Moritz Bad
Solita levataccia, sosta al Moreschi per la colazione, via per la Val Bregaglia, il Maloja fino a St. Moritz Bad dove parcheggiamo di fianco ad un campo giochi, con il dubbio di non essere proprio in regola. I parcheggi attorno sono tutti regolamentati, sono a pagamento ed hanno un limite di quattro ore.
Anche quest’anno il caldo ha fuso tutta la neve, per cui partiamo leggeri con scarpette ed equipaggiamento ridotto al minimo. Seguiamo le indicazioni per il Lej Dals Chöds e la Fuorcla Surlej lungo un ottimo sentiero che si alza lungo il versante nord della valle e che offre subito magnifici scorci sulla piana di St. Moritz ed il contrapposto versante. Il lago è un gioiellino, l’ambiente è da favole e gli svizzeri hanno piazzato anche un Restaurant Hahnensee.
Proseguiamo per boschi d’abeti e larici fino ad una pietraia che ci consegna al traverso del Gian d’Alva. Superato un costone abbandoniamo il bel sentiero che porta alla Fuorcla Surlej e puntiamo, senza percorso obbligato, verso la stazione a monte della seggiovia del Margun Vegl posta a quota 2647m.
Qui ricompare una traccia che sale verso E e percorre la cresta che scende dalla nostra prima cima. Superiamo alcune balze rocciose per facili canali stando attenti a non perdere la traccia, non sempre evidente, e i radi ometti che rimpolpiamo lungo la via. Ultimo strappo per una “bella pietraia” ed eccoci in cima al Piz Surlej a quota 3187m. La prima vetta è conquistata.
Inizia la traversata
Si apre subito un panorama indimenticabile con il Bernina a sud ed i monti dell’Avers a nord. Evidente a NE il lontano Piz Mezdì che raggiungeremo per cresta dall’aspetto lunare e da una infinita varietà di colori. Rosso, giallo, ocra, grigio, bianco. Sembra quasi di essere in cima ad un vulcano.
Quando si parla di cambiamenti climatici questa cresta è emblematica. Se vediamo foto di soli dieci anni fa e dello stesso fine mese vediamo una continua cresta di neve con cornici aggettanti a nord!
Sosta, foto e poi ripartenza in discesa per traccia fino ad una specie di colle. Da qui risaliamo, con qualche passo di arrampicata, la quota 3184 non nominata ma evidente cima gemella del Surlej. Anche qui sosta per poi raggiungere con alcuni saliscendi, sempre sopra i 3000 metri, il Piz San Gian a 3134 m. Un paesaggio vulcanico ci accompagna lungo una cresta un poco più affilata fino alla vicina vetta del Piz Rosatsch alto 3121 m.
Il tratto più impegnativo
La discesa dal pizzo rappresenta la parte più difficile, si fa per dire, di tutta la traversata. Un breve tratto di una decina di metri richiede un minimo di attenzione, perché lo si fa in discesa ed è esposto sul versante E. Buoni appigli e ottimi appoggi consentono una calata in sicurezza e tranquillità per chi sappia un minimo muoversi in questo ambiente.
Al termine della discesa, la traccia ci porta sempre verso NNE su rocce più chiare fino al Cuolm d’Mez 2982m, insignificante elevazione, ma che non possiamo mancare. Da qui sempre sull’altipiano raggiungiamo la nostra ultima cima il Piz Mezdì a quota 2991m.
Rientro
Completiamo così il nostro filotto e per un sentiero ampio, battuto e ben segnalato ritorniamo al punto di partenza di San Moritz Bad, dove ritroviamo l’auto —se avete intenzione di fare questa salita scrivetemi che vi dico dove parcheggiare!— Quattro cime di oltre tremila metri più due che li sfiorano, giro ad anello perfetto, panorama grandioso, lago di Silvaplana con i kitesurfers all’opera, pizza e birra al Moreschi: giornata perfetta. Grazie Giò per l’idea!