Un giro ad anello di ampio respiro. Durissimo, ma che ci ha regalato delle soddisfazioni immense. Luoghi selvaggi e poco battuti, salite ripide e impervie, nebbie e colori autunnali: la montagna più bella. Alle otto siamo alla partenza nei pressi dell’ampio parcheggio di Mezzolpiano. Compagna di avventura Monica, abitutata a queste “scammellate”. Sarà dura tenerle testa!
Assetto da sky race, microzaino e le nostre Hoka salva-piedi. Seguiamo la mulattiera del Sentiero Roma fino a Codera. Da qui deviamo in direzione della selvaggia Val Ladrogno. Scendiamo fino al ponte sul Torrente Codera per raggiungere un secondo — bellissimo — ponte sul Torrente Val Ladrogno.
La salita lungo la Val Ladrogno
Inizia qui la lunghissima salita fino alla Bocchetta di Spassato. Siamo consapevoli di quello che ci aspetta, ma siamo venuti proprio per vincere questa sfida! Affrontiamo i ripidi tornanti nel bosco di castagni fino a incrociare il Tracciolino. Continuiamo poi in uno splendido bosco di betulle fino alle baite di Mottala.
Con pendenze sempre sostenute, arriviamo ai prati dell’alpe in Cima al Bosco dove è presente una baita solitaria con una vista mozzafiato su lago di Novate Mezzola. Ci concediamo una breve pausa per ammirare il panorama. Il sentiero ora piega decisamente verso est, addentrandosi nel cuore della Val Ladrogno.
Costeggiamo tutto il versante della montagna con un alternanza di falsipiani e strappi. Superiamo numerosi rivoli fino ad arrivare all’Alpe Ladrogno dove sono presenti due pastori. Fino a questo punto il percorso è abbastanza evidente: da qui in poi la musica cambierà. Il sentiero riprende ripido nel bosco di larici. Dobbiamo fare attenzione a non perdere i bolli bianchi e rossi.
Spuntiamo su una radura nei pressi di un grosso masso, dove notiamo tre frecce dipinte su una roccia. Purtroppo incrociamo anche due cacciatori. Il grande caldo per fortuna non gli ha consentito di catturare prede.
Ci scoraggiano nel proseguire vista la lunghezza del percorso, ma non sanno con chi hanno a che fare. Andiamo a destra scendendo verso il torrente. Lo attraversiamo e riprendiamo subito dopo a salire sulla sinistra, seguendo una pista battuta dai cavalli. Il bivacco è proprio qui sopra, ma lo vedremo solo all’ultimo!
Breve pausa al Bivacco Casorate-Sempione per recuperare le energie con i nostri Gu-Gel. Monica ha apprezzato la variante al cioccolato, davvero squisita! Inizia qui il tratto più duro. Il sentiero diventa sempre meno evidente fino quasi a scomparire. Bisogna solo affidarsi ai bolli presenti sui massi. Il tempo si guasta. Non pioverà, ma le nebbie ci precludono la vista sulle vette granitiche che ci circondano.
Più in alto l’erba lascia spazio a grossi blocchi di granito. Finalmente siamo alla sella della Porta. Nella nebbia più totale proseguiamo verso la Bocchetta di Spassato. Il terreno si fa più impegnativo e molto scivoloso. In presenza di neve questo tratto renderebbe obbligatori i ramponi. Eccoci al nostro gran premio della montagna, La Bocchetta di Spassato!
Il rientro per la Val dei Ratti
L’idea era quella di fare anche il Ligoncio, ma non avrebbe senso con questa nebbia. La salita è finita ma il rientro è ancora lunghissimo! Scendiamo lungo un canalino abbastanza ripido per guadagnare la testata della Val dei Ratti.Si apre uno scenario mozzafiato: siamo soli in un’immensa distesa di granito, con le nuvole che avvolgono le vette in lontananza.
Ci fermiamo a contemplare in silenzio questo spettacolo. In breve raggiungiamo il Bivacco Volta. Pranziamo con le poche cose che abbiamo e proseguiamo lungo la via più preve che evita il passaggio al Bivacco Primalpia. Il sole si abbassa all’orizzonte, la luce si scalda e le ombre si allungano. Respiriamo la magica atmosfera di un tramonto autunnale.
Ormai il sole è tramontato quando arriviamo al parcheggio della partenza del Tracciolino. Non ci resta — si fa per dire — che scendere lungo la mulattiera che taglia i tornanti della strada. La affrontiamo di corsa con le frontali, stando attenti al ciotolato “spacca-caviglie”. Arriviamo stanchissimi a Verceia.
Non è finita qui però: ci aspettano 3km in piano per tornare a Novate Mezzola. Ultima corsa lungo la ciclabile, con risalita finale al parcheggio.
In tutto saranno 30km per 3000m di dislivello. Siamo distrutti, ma pieni di goia per una giornata ricca di emozioni che ricorderemo per sempre.