Al terzo tentativo finalmente ci siamo riusciti. Al primo siamo stati respinti dal vento fortissimo. Secondo tentativo nella nebbia più totale e qualche acciacco fisico. Oggi siamo determinati nel voler raggiungere la cima. A Gorduno, presso la sede del Patriziato, prendiamo il pass giornaliero — cinque franchi — per salire ai Monti di Bedretto. La strada è stretta ma ben tenuta, con diverse aree per far passare le macchine che procedono in senso inverso. Dopo un breve tratto sterrato lasciamo la macchina in un ampio e comodo parcheggio.
Partenza dai Monti di Bedretto
La prima parte del percorso è nel bosco con qualche saliscendi. Superata l’Alpe Arami e l’Alpe Croveggio si arriva all’Alpe Valsecco, da dove è possibile vedere la Capanna Albagno, un vero e proprio gioiellino come tutte le capanne ticinesi. Seconda colazione con torta, caffè e grappa offerta dalla casa. Ripartiamo per la vetta seguendo le numerose indicazioni. Il sentiero sale un ampio pendio erboso per poi piegare decisamente verso sinistra raggiungendo la Bocchetta d’Erbea.
Dalla Bocchetta d’Erbea alla vetta
Dalla bocchetta si scende per pochi metri su una pietraia — catene — gentilmente addomesticata dagli svizzeri, con scalette in pietra e tronchi di legno per contenere i franamenti. Senza perdere troppa quota si arriva alla base di un facile canale che permette di raggiungere la Bocchetta della Cima dell’Uomo.
Seguendo sempre i numerosi segnavia bianchi e rossi arriviamo alla base dell’ultimo canale che porta in vetta. Con facili passaggi di secondo grado — pioli — guadagniamo la panoramica vetta. La vista spazia dai 4000 del vallese alle Grigne. Davanti a noi il Pizzo di Vogorno, già salito cinque anni fa.
Rientro con Merenda
Rientriamo alla capanna percorrendo a ritroso la traccia di salita. Non rinunciamo a una merenda sostenuta a base di radler, salamino e formaggi locali, squisita. Bella gita, in generale non si sbaglia mai quando si passa per un capanna ticinese, accoglienza super e cibo ottimo.