Mio papà mi chiama per fare un’uscita insieme qui in Valsassina. Mi metto a cercare qualcosa di nuovo, poco frequentato e scenografico. Scelgo la cresta sud ovest dello Zucco di Cam, un itinerario che avevo nella mia lista delle salite da fare. Partenza dal parcheggio dei carabinieri d'Introbio. Piena inversione termica, freschino nel fondovalle, caldo in quota.
Partenza da Introbio
La prima parte del percorso, fino alla Bocchetta di Pianca, la conosciamo bene. Rimaniamo però sorpresi dalla nuova poderale, che si inerpica lungo i contrafforti dello Zucco di Cornisella fino all’Alpe Daggio. Una bella ferita in uno dei boschi più belli della valle, serviva davvero? Lasciamo sulla destra il sentiero che scende in direzione della Bocchetta di Foppabona e continuiamo lungo la poderale fino all’Alpe Daggio. Poco sopra l’alpeggio un colletto segna l’inizio della nostra cresta.
La cresta Sud Ovest
Si parte verso destra su un pendio subito sostenuto che attraverso un rado bosco di grandi faggi. La traccia poi piega a sinistra per riportarsi sul filo di cresta. Incontriamo dei ruderi e una traccia che va verso destra. La traccia va verso la Bocchetta di Foppabona. La abbandoniamo per affrontare direttamente un facile saltino di roccia. Poco dopo si incontra un altro salto di roccia. Questa volta lo aggiriamo sulla destra. Ripreso il filo sconfiniamo brevemente sul versante nord fino all’altezza delle Baite di Cam, visibili sul grande pendio che scende dalla vetta.
Lasciamo sulla sinistra il sentiero che va alla baita per tornare in cresta e aggirare sulla destra l'ultimo torrione. Da qui in poi il la cresta si allarga, non rimane che munirsi di pazienza e salire fino in vetta, dove troviamo il noto altarino di pietra. Breve merenda e poi via verso il Passo del Toro. Non c'è nessuno in giro, l’atmosfera autunnale rende tutto speciale. Passiamo dal Rifugio Buzzoni dove ci concediamo una fetta di torta, caffè e Braulio!
Lunga discesa verso Introbio
Iniziamo la lunga discesa verso Introbio. La prima parte è in comune con quella che scende a Barzio. In un bel bosco di betulle dei cartelli indicano il bivio. A sinistra si scende a Barzio, proseguendo dritti si scende a Introbio. La discesa da qui diventa ripida e abbastanza disagevole per via delle foglie che ricoprono radici e sassi. Superiamo il torrente su un ponte in legno, poi per un lungo traverso in un’abetaia, fino a incontrare la poderale che scende a Introbio. La seguiamo fino a un bivio che ci riporta al famoso cippo con le indicazioni dei sentieri della zona. Da qui, in breve, rientriamo all’auto.
Considerazioni finali.
Gita consigliatissima, la cresta è molto bella e panoramica. L’ambiente è selvaggio, e il percorso è sempre agevole. La traccia è quasi sempre presente, si perde solo dove la cresta si allarga. Non siamo mai ai livelli di lotta contro l’alpe. Una salita piacevole su olina, sembra un controsenso, ma provare per credere! In autunno poi è tutto ancora più bello. Consigliato anche il rientro per il Rifugio Buzzoni. Sicuramente la via migliore per salire questa cima. Quasi 18km per 1650m di dislivello, richiede un buon allenamento.