Ritorno al Palon dopo un tentativo fallito l’anno precedente. Questa volta me la prendo comoda pernottando con Monica al Rifugio Branca. Trattamento extra lusso con un’ottima cena, consigliato! Colazione con tutta calma alle sette, ci vestiamo e siamo pronti a partire per le otto. Poche persone sono dirette al Palon, quasi tutte al San Matteo altre al Tresero.
Partenza dal Rifugio Branca
La prima parte si svolge lungo la morena del Ghiacciaio dei Forni. Un ultimo pendio ripido — rampanti — ci porta all’attacco del canalino. Prendiamo quello di sinistra, il meno ripido. Al termine del canale inizia il ghiacciaio. Dapprima un lungo tratto pianeggiante, poi una rampa ripida e infine un lungo traverso in direzione SE ci porta all’attacco della cresta.
La vetta e la discesa
Cresta quasi completamente scoperta, impossibile procedere con gli sci. A piedi — senza ramponi — raggiungiamo l’ampia vetta. La giornata è magnifica, non c’è una nuvola, il panorama è illimitato in tutte le direzioni.
Torniamo al deposito sci e iniziamo la discesa. La parte alta non è male, più in basso invece pura sopravvivenza. L’esposizione a SW non aiuta la trasformazione della neve, ritroviamo una discreta crosta tritata fin quasi al rifugio.
In queste condizioni è una gita che si fa per la vetta non per la sciata. Ora ho capito perché tutti si sono diretti altrove! Non abbiamo avvistato nessun crepaccio, solo qualche piccolo seracco aggirabile al cambio di pendenza prima del traverso finale. Nel complesso itinerario da valutare come MS+.