Un viaggio nato per caso che si è trasformato in un bellissimo e inaspettato ricordo. La nostra meta originaria era la Bulgaria, ma l’innevamento era scarso. A un certo punto appare su Facebook una foto del Lago Bâlea sommerso sotto due metri di neve. È un segnale, si parte! Volo WizzAir il 20 Marzo destinazione Bucarest, poi in circa due ore di auto arriviamo a Sinaia dove pernottiamo.
I Monti Bucegi
Sinaia è una nota località turistica rumena, con ristoranti funivie e negozi di ogni tipo. L’Hotel Sinaia — dove pernottiamo — è veramente di lusso: spa, colazioni faraoniche e camere pulite e confortevoli. I Monti Bucegi sono costituiti da un grande altipiano che precipita verso est con maestose pareti a canali. Per raggiungere l’altipiano è possibile prendere sia la funivia di Sinaia che quella di Busteni. La salita da Busteni è sicuramente più remunerativa perchè da accesso a più itinerari.
Prima uscita
Purtroppo la troviamo in manutenzione — solo per oggi — e saliamo da Sinaia. Sembra di rivivere i nostri anni settanta, con piccole funivie costruite in Italia e rifugi in stile “vecchio impianto della Marmolada”. Purtroppo la giornata è terribile, con nebbia e pioggia sotto i 1800m. Scendiamo dalle piste e iniziamo a vagare a zonzo sull’altipiano. Atmosfera surreale, tra impianti abbandonati, foreste silenziose e strane conformazioni rocciose. Oggi non siamo qui per sciare ma per lasciarci sorprendere da questi nuovi paesaggi.
Una discesa però ce la concediamo, e non sarà affatto male, soprattutto nel bosco dove ci divertiamo negli stretti passaggi su neve portante. Sfruttiamo la generosità del custode dell’ancoretta che ci concede una risalita gratis per concludere la nostra giornata.
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Seconda uscita
Anche oggi il maltempo non ci dà tregua. Saliamo con la funivia di Busteni lungo una valle ripida e selvaggia, contornata da maestose pareti. Whiteout totale, non si vede nulla. Seguiamo i paletti del percorso che portano alla vetta dell’Omu, la più alta del gruppo. Purtroppo le condizioni peggiorano e siamo costretti a rientrare. Sfruttiamo una debole apertura per scendere lungo la Valea Sugarilor. Discesa super su ottime pendenze, in qualche modo non torniamo a casa a mani vuote.
Risaliamo con le pelli fino alla partenza della funivia e rientriamo a Bucegi. Purtroppo senza visibilità potevamo fare ben poco, ma la zona è molto interessante per lo sci. Concludiamo la giornata con una visita al bellissimo Castello di Peleș. I Monti Bucegi sono tutti da scoprire. Ci sono diversi valloni e canali che potrebbero regalare delle grandi soddisfazioni con la neve e la visibilità giusta. Non dimenticherò mai la bontà del Papanași, una bomba calorica sublime che permette di recuperare da qualsiasi attività fisica!
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Il Lago Bâlea e i Monti Făgăraș
Da Sinaia partiamo in direzione della funivia del Lago Bâlea, che raggiungiamo in circa tre ore di auto. Qui troviamo Alessandro arrivato direttamente dall’aeroporto dopo un volo notturno, eroe! Portiamo su tutti i bagagli, visto che pernotteremo per tre giorni alla Cabana Bâlea Lac. Anche qui grande lusso: camera con doccia e phon, ristorante con menu pantagruelico di qualità, il tutto immerso in uno scenario da favola, con ripide montagne sommerse da due metri di neve. Devo essere in paradiso.
Terza uscita
Sistemati i bagagli non perdiamo tempo e partiamo sci ai piedi con meta da definire. Puntiamo il colle sulla destra. Una volta raggiunto si apre davanti a noi una bellissima valle tutta da sciare. Neve bella compatta in alto che si trasforma in neve primaverile in basso. Ripelliamo al colle che da accesso alla cresta del Laita. Io e Alessandro arriviamo in cima — solo un ultimo tratto a piedi ma senza ramponi — per poi scendere il lungo canale nord. Non male come prima discesa! Rimettiamo le pelli per tornare al colle e quindi al rifugio, dove ci concediamo un meritato spritz. Una buona OSA per iniziare.
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Quarta uscita, The Big One
Giornate come queste capitano poche volte nella vita, e di solito accadono quando meno te lo aspetti. Partiamo alle 8:30 puntando il ripido pendio dietro la capanna che porta al Passo Șaua Caprei. L’ultimo tratto lo percorriamo a piedi. Sci in spalla raggiungiamo la panoramica vetta del Vf. Iezerul Caprei. Dalla vetta scopriamo che gli itinerari possibili sono tantissimi, una gioia per gli occhi. Alessandro nota un fantastico pendio esposto a nord, che dovrebbe entrare in condizioni a breve. È lontano, ma siamo determinati.
Discesa sublime fino al Lacul Capra dove è posizionato il Monumento degli Alpinisti. Qui incrociamo le tracce di un orso. Siamo indecisi se essere entusiasti o terrorizzati. Per raggiungere la base del pendio dobbiamo affrontare una complicata discesa lungo un pendio molto ripido ed esposto con la neve che è già pappa.
Sotto un sole infuocato rimettiamo le pelli. Breve pausa al Bivacco Fereastra Zmeilor e iniziamo la risalita del canale. A circa metà tolgo gli sci e salgo a piedi. Neve buona lungo la rigola, si sale abbastanza agevolmente. Giunto al colle mi fermo ad ammirare le altri valli, e inizio a immaginare tutti gli itinerari che si potrebbero percorrere. Attendo che gli altri mi raggiungano per iniziare la discesa. Canale lungo e bello da sciare — massimo 45° — per un breve tratto — meritava sicuramente il lungo avvicinamento.
Ora inizia il lungo rientro. La soluzione più logica è quella di scendere lungo il vallone per riprendere la strada della Transfăgărășan — devastata dalle valanghe — e risalire il colle sopra il tunnel. Ci prendiamo un bel rischio, una nuova grossa valanga scende poco dopo il nostro passaggio. Abbiamo commesso un errore, ne siamo consapevoli. La stanchezza si fa sentire, rassegnati ci apprestiamo all’ultima fatica della giornata, ovvero la risalita al colle. Improvvisamente sentiamo delle voci. C’è gente al Refugiul Bâlea Tunel! L’effetto è quello di un miraggio nel deserto.
Ci accolgono offrendoci uno squisito liquore ai mirtilli fatto in casa: oggi fa lo stesso effetto della benzina. Ma la notizia del giorno è che il tunnel è aperto, possiamo evitare la salita al colle e camminare fino al Lago Bâlea! Commossi rientriamo alla nostra capanna, grati per una giornata dura ma indimenticabile. Complimenti ad Annalisa e Michela che hanno chiuso un’uscita veramente impegnativa, OSA anche questa senza dubbio.
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Quinta uscita
Sfruttiamo la mezza giornata di bel tempo con una gita breve ma intensa. Dalla capanna saliamo al passo del primo giorno. Qui, invece che scendere, saliamo con i ramponi il ripido pendio sovrastante. Dalla cima scendiamo al colle per poi risalire quella successiva. Cerchiamo quindi un buon punto pendio per scendere nella valle sottostante. Ci infiliamo in un ripido canalino che mette a dura prova le nostre lamine. Rimettiamo le pelli per risalire fino a un colle che conduce ai pendii superiori del Laita.
Raggiungiamo di nuovo la vetta del Laita, questa volta a piedi lungo una cresta. Seconda discesa dal canale nord, questa volta con neve migliore riportata dal vento della notte.
Rientro e considerazioni finali
La sera stessa Davide, Annalisa e Michela rientrano in Italia, io e Alessandro ci fermiamo per altri due giorni. Purtroppo il giorno successivo il tempo si guasta e decidiamo di scendere. Ne approfittiamo per visitare il Castello di Bran e la capitale Bucarest, con la sua atmosfera decadente tipica della ex capitali dell’Unione Sovietica.
Una viaggio che non dimenticheremo facilmente sia per la parte sciistica che per quella culturale. Il costo della vita è basso, quindi è anche “conveniente”. Ma soprattutto si vive uno scialpinismo di ricerca, lontano dalla folla di mete blasonate come la Norvegia. Non esistono guide, si cerca ogni volta l’itinerario migliore. Peccato aver trovato i Monti Bucegi con poca neve e maltempo, meritano sicuramente un secondo round.
I Monti Făgăraș sembrano le nostre Orobie: ambienti severi dove occorre un’ottima tecnica sciistica. Il pernottamento al Lago Bâlea è da cinque stelle, non si può davvero chiedere di più. Unica pecca la colazione alle otto, un po’ tardi per i lunghi itinerari primaverili. Se si ha in programma un’uscita lunga meglio saltarla e partire prima. Forse inizio Marzo è il periodo migliore, ma dipende molto dalle annate. Un ringraziamento ai miei compagni di viaggio, un team perfetto con la giusta mentalità per affrontare questa esperienza.
NB: la mappa e il profilo altimetrico si riferiscono alla seconda uscita nei Monti Făgăraș.