Un bell’itinerario, lontano dalle folle e con bellissimi panorami sul Gavia e sul Tresero. Saliamo fino al sesto tornante dove la strada è chiusa per l’inverno. Proseguiamo con gli sci fino al settimo tornante dove lasciamo la strada e seguiamo le indicazioni per il Ponte delle Vacche che raggiungiamo con una breve discesa. Sbagliamo strada, seguendo il facile percorso per il Dosso Tresero. Per fortuna un nostro amico ci fa notare l'errore e torniamo sui nostri passi.
Partenza dal Ponte delle Vacche
Dal ponte Infatti bisogna risalire i boschi in direzione sud. Nessuna traccia ovviamente, dobbiamo battere. Commetto il madornale errore di far cadere una pelle nella neve, arriverò in cima solo grazie al nastro americano. Usciti dal bosco raggiungiamo una radura prima di una canale. Qui bisogna rimontare un pendio ripido in direzione NE. Neve durissima, dobbiamo mettere i rampanti. Al termine le pendenze diminuiscono e proseguiamo più velocemente per dossi e vallette fino a una bocchetta dove appaiono la nostre meta e l’imponente Tresero.
Lasciati gli sci ci inerpichiamo a piedi sulla cresta, nuotando letteralmente nella neve. In realtà era meglio proseguire con gli sci fino al dosso successivo. Una volta in cresta, raggiungiamo la vetta a piedi con qualche difficoltà, visto che siamo sprovvisti di ramponi e la neve è bella dura. Panorama magnifico sul Trasero e sulla Valfurva, merita. Torniamo sui nostri passi — scendere dalla cresta opposta era impensabile senza ramponi — e traversiamo fino al colletto che da accesso al versante nord.
Discesa dal versante Nord
La prima parte del versante nord è ripida e notiamo subito un bel lastrone da vento. Traversando alti in realtà è possibile evitarlo anche se non sappiamo la condizioni più basso. Ci prendiamo il rischio e proviamo. Nessun distacco ma la neve è pessima, crosta non portante fino quasi alla fine. Peccato perché i pendii iniziali sono molto belli da sciare. Con qualche toboga in vari canali arriviamo al tratto finale dove compare un po di polvere tra gli ontani. Sul finale dobbiamo anche superare un enorme valanga scesa dal Tresero, che di solito scende in primavera.
Distrutti arriviamo a Santa Caterina, sciando lungo la strada dei Forni. Gita molto bella di ampio respiro in un ambiente selvaggio. La discesa dal versante nord richiede neve assestata, si attraversano pendii ripidi nella parte iniziale e diverse trappole morfologiche più in basso.