Sfruttiamo una finestra di bel tempo per salire, un sabato, la Punta Giordani e la Piramide Vincent. Solita partenza antelucana per essere a Gressoney La Trinitè località Staffal alle 7,30 e poter prendere la prima corsa della cabinovia per l’Alpe Gabiet, proseguire con quella per il Passo dei Salati e prendere la funivia che ci lascerà al margine meridionale del Ghiacciaio d’Indren a quota 3240 m. Questa volta siamo in tre. Io, mio padre e lo Stefano che ci ha preso gusto con i quattromila. L’obiettivo è quello di salire la Punta Giordani per poi traversare sotto la parete SSE della Piramide Vincent e raggiungerne la cima percorrendo la cresta O.
Ben attrezzati e legati ci dirigiamo a N sul Ghiacciaio d’Indren, lasciando a destra la traccia che sale al Rifugio Città di Mantova 3470 m e al Rigugio Gnifetti 3611 m. La traccia si fa subito ripida ed è addolcita da qualche zig zag fin sotto la serraccata di quota 3750 circa. La neve è ottima e, con una temperatura attorno allo zero, non sprofondiamo più di tanto nonostante il mezzo metro che ha messo giù tre giorni fa. Le abbondanti nevicate invernali e primaverili coprono totalmente i crepacci. Solo si intravede la piccola crepa della terminale che si passa in totale relax.
Sempre dritti traguardiamo le roccette della cima e arriviamo a toccare la cresta con il suo baratro che guarda a NNE sul Ghiacciaio delle Piode. Breve passaggino su roccia e siamo in vetta a toccare la Madonnina della Cima Giordani 4046 m. Complimenti e felicitazioni a tutti noi, foto di rito sulla corona di cime del Monte Rosa, breve spuntino e poi lasciamo il posto ad altri salitori.
Il colpo d’occhio è veramente impressionante da questa cima. Le pareti e gli strapiombi della Punta Gnifetti 4556 m, la mia adorata Signalkuppe, della Punta Parrot 4436 m, della Ludwigshoehe 4342 m e del Corno Nero 4322 m ci portano a panorami hymalaiani.
Tornati sul ghiacciaio, ci dirigiamo verso la cresta O della Piramide Vincent. Percorriamo un breve tratto del traverso, ma un improvviso aumento della temperatura smuove inquietanti slavine sopra di noi. La neve abbondante, caduta di recente, non si è ancora assestata e il pericolo di essere travolti è ben presente. Il tempo poi sta cambiando, cosa prevista ma non così presto, e il vento da S ci porta nuvoloni dalla Val Sesia. Decidiamo di lasciar perdere e di ritornare sulla traccia di salita che con goduriose scivolate ci fa rientrare alla stazione della funivia.