Dovevamo chiudere i conti con questa montagna dopo il fallimento dovuto al maltempo dell’anno prima. Partiamo alle 19 in direzione del Passo del Furka, siamo io, Stefano e mio papà. Alle 21 siamo a Tiefenbach dove imbocchiamo la stradina, a tratti sterrata, che permette di raggiungere quota 2200m e dove è presente un ampio parcheggio. Montiamo la tenda e ci prepariamo per la notte, per fortuna non c’è vento, si sta proprio bene. Sveglia puntata alle 3:15.
Dopo una rapida colazione a base di Fiesta e thè caldo ci incamminiamo in direzione della Albert Heim Hutte. Lasciamo la deviazione verso destra per il sentiero panoramico e proseguiamo in falsopiano in direzione del Tiefengletscher (sentiero “facile” per il rifugio indicato dai cartelli). Più avanti un ponticello in legno segna il sentiero che porta verso la Sidel Hutte: noi invece risaliamo un breve pendio in direzione della Albert Heim per incontrare, quasi subito, la traccia che dal Rifugio porta verso il ghiacciaio. Qui incrociamo alcune cordate dirette al Galenstock.
Per radi ometti, arriviamo alla fronte del ghiacciaio, ormai ridotto a qualche blocco di ghiaccio nella sua parte inferiore. Ci leghiamo e iniziamo a risalirlo per pendenze immediatamente sostenute fino ad arrivare ad un pianoro. Qui le relazioni classiche dicono di aggirare la seraccata sulla sinistra (destra orografica), le altre cordate invece proseguono verso destra e decidiamo di seguirle. Qui ci coglie un’alba spettacolare, con nuovole basse illuminate dai primi raggi di sole. Il lungo traverso in direzione NE sembra non finire mai! Arrivati alla base della bastionata rocciosa, tagliamo decisamente verso sinistra, in direzione dell’attacco del percorso attrezzato che conduce in cresta. Qui il ghiacciaio o è abbastanza ripido e affiora anche del ghiaccio vivo, meglio procedere con calma.
Eccoci all’inizio della “ferrata”: la prima parte è una suggestiva scala a pioli di 20m circa, molto verticale. Al termine della scala troviamo il primo dei numerosi fittoni che incontreremo lungo la cresta: ne approfitto per assicurarmi e fare qualche foto. Da qui in poi solo sfasciumi e brevi tratti di facile arrampicata, fino ad una corda finale che ci permette di raggiungere la cresta. Grandioso colpo d’occhio verso il Ghiacciaio del Rodano e i colossi dell’Aletsch. Qui inizia forse il tratto più “difficile”, ovverso un traverso abbastanza esposto sul versante ovest: è presente però un comodo spit per rinviare a fare tutto in sicurezza. Subito dopo una breve cresta nevosa che conduce all’ultimo ripido tratto.
La parte finale è molto semplice (massimo II° e mai troppo esposta) e ci sono numerosi fittoni per fare sicura. Siamo in cima, giornata da favola e panorami mozzafiato in ogni direzione. Non ci fermiamo qui, vogliamo compiere tutta la traversata fino al Belvedere. Scendiamo quindi lungo la nevosa cresta sud, oggi completamente intonsa con 30cm di neve fresca portata dal vento. La discesa da questo versante è semplice e rapida. In breve, dopo un rapido spuntino, arriviamo al Ghiacciaio del Rodano. Cerchiamo di rimanere sulla sinistra per evitare il più possibile il ghiacciaio, ma ad un certo punto diventa impossibile continuare per via delle rocce troppo lisce. Decidiamo di legarci nuovamente, i crepacci ci sono e non sono neanche troppo piccoli, meglio non rischiare.
Arriviamo alla grotta con diversi turisti giapponesi che ci guardano parecchio incuriositi. Ora si tratta di ritornare alla macchina. Mi offro per tentare la carta autostop che però non sembra dare buoni frutti. Per fortuna una coppia di Zurigo si offre di riportarmi oltre il Furka fino a Tiefenbach, dove ripercorro a piedi la stradina fino al parcheggio. Smonto le tende e torno indietro a recuperare i miei compagni di avventura. Una bellissima traversata nel cuore delle alpi in una giornata semplicemente perfetta. La salita dalla cresta nord è molto bella, mai troppo difficile ma neanche banale, da valutare PD. Assolutamente consigliata!