Voglio provare un’uscita senza sci tanto per allenare un po’ la gamba in previsione delle ascensioni estive e nello stesso tempo andare a esplorare aree alpine ancora a me sconosciute. Puntiamo allora alla zona del Passo Lucomagno in Svizzera. Il rialzo delle temperature mi costringe a scegliere un itinerario il più possibile esposto a sud e quindi con assenza di neve almeno alle basse quote. Google Earth dice allora Cima della Bianca in Val di Campo da Pradasca (Campo Blenio).
Partenza da Pradasca
In compagnia dei soliti vecchietti: mio padre, Sergio e Angelo, alle 8 del mattino partiamo dal parcheggio posto a quota 1710 m al termine della strada asfaltata, ma stretta, che parte da Campo Blenio e arriva in località Pradasca. In poco più di mezzora arriviamo alla Capanna Bovarina UTOE, chiusa purtroppo, per prendere in direzione N le indicazioni Lago Retico e Pass Cristallina seguendo una sterrata che porta ad un alpeggio a quota 1993 m.
Qui lasciamo il sentiero e pieghiamo a WNW per seguire una labile traccia che punta alla quota 2466 riportata su https://map.geo.admin.ch. Fortunatamente si viene aiutati da radi paletti con l’estremità colorate da sbiadite strisce bianche e rosse. In pratica stiamo seguendo il sentiero che porta al Pass Casatcha lungo la Val d’Inferno. Cominciamo a camminare su belle lingue di neve spessa e, fortunatamente, compatta lungo la cresta di un dosso fino alla quota di circa 2550 m.
Il Ripido pendio finale
Qui lasciamo la traccia per il passo e pieghiamo decisamente a N per salire, senza percorso obbligato per neve, tratti di sfasciumi e roccette, lungo il ripido versante S dell’anticima della nostra meta. La salita è assai faticosa ma il panorama che si allarga ricompensa ampiamente lo sforzo; orrida però la visione della cima mozza dello Scopì! Giunti a una specie di crestina nevosa la percorriamo fin sotto l’anticima per poi scendere per sfasciumi ad un colletto e risalire, fra chiazze di neve e massi, fino alla vetta della nostra Cima della Bianca 2893m.
Perfetta solitudine, ambiente selvaggio, con valli e monti ancora abbondantemente coperti di neve. A S giganteggia l’Adula, la cima più alta del Ticino, mentre a W si vedono il Piz Medel ed il Piz Terri, da salire, con sotto la gigantesca diga del Luzzone.
Scendiamo
Foto di rito e poi giù a picco con lunghe scivolate sulla neve, lasciando leggermente a destra il percorso di salita, in direzione E per una conca con laghetto, piegando poi a SE evitando i canali più ripidi e le balze rocciose. Cartina in mano a leggere le curve di livello per non correre rischi in un ambiente totalmente sconosciuto.
Fortunatamente il tempo ha retto, graupeln per dieci minuti appena sotto la vetta in discesa, ma nessun temporale strutturato. Ambiente severo e selvaggio, decisamente poco battuto, non abbiamo incontrato anima viva solo carcasse di camosci travolti dalle numerose valanghe. Percorso che ben si presta anche allo scialpinismo.