La stagione volge al termine ma c’è ancora spazio per qualche gita, non ho fretta di mettere via gli sci nel box. Propostona a Stefano: San Matteo dal Gavia. Come previsto non riesce a rinunciare, si parte! Uscito dal lavoro alle 18, passo a prenderlo a Cermenate e poi via verso la Valtellina. Dopo Lecco un incidente ci fa perdere almeno un‘ora. Rimaniamo in contatto telefonico con il Rifugio Berni per tenerli aggiornati sul nostro improbabile orario di arrivo. Alle 22:30 arriviamo a destinazione, i gestori gentilissimi ci preparano una porzione di zuppa prima di andare a dormire.
La partenza dal Rifugio Berni
Sveglia alle 4:30, colazione, preparazione materiali e siamo pronti per partire. Con noi c’è anche un altro Stefano, incontrato al corso SA1, che ha dormito in tenda. Di solito siamo dei “tendisti” anche noi, ma questa volta eravamo troppo tirati con i tempi. Subito si parte col botto, un’ora di spallaggio fino alla cascata contro i dieci minuti pronosticati dai rifugisti. Simpatica anche la discesa di 150m; ci presenterà il conto al ritorno.
Finalmente alla base della cascata riusciamo a mettere gli sci e iniziare l’avvicinamento alla vetta.
Il Ghiacciaio Dosegù
Primo strappo abbastanza ripido, seguito da un lungo falsopiano in direzione della seraccata. Decidiamo di mettere i rampanti per superare il salto che porta ai pendii superiori. Il giovane Stefano invece prosegue senza ma scivola quasi subito. Per fortuna uno sciatore riesce e fermare lo sci che aveva perso. Un errore di gioventù, si impara anche da queste esperienze. Dopo questo tratto ripido il ghiacciaio spiana, la cima diventa visibile davanti a noi.
Prendiamo un buon ritmo fino alla base dell’ultimo strappo che conduce al deposito sci. Anche qui meglio mettere i rampanti e abbassare l’alzatacco per evitare spiacevoli scivolate. Togliamo gli sci, calziamo ramponi, impugnamo la piccozza e affrontiamo la cresta finale.
La cresta finale
Il tratto più ripido è quello dopo il gendarme, pendenza massima sui 50° circa. Poi si segue il sottile filo di cresta con a sinistra lo splendido scivolo nord. Siamo in vetta, c’è qualche nuvola ma non ci possiamo lamentare.
Ripercorriamo in discesa la cresta con maggiore attenzione, specialmente nella parte finale che affrontiamo faccia a monte. Rientrati al deposito, rimettiamo gli sci e ci prepariamo per la discesa.
La discesa
Discesa dal colletto su neve dura, poi buon firn sul tratto centrale e quindi neve estiva nella parte finale. Evitiamo la seraccata proseguendo verso un canalino molto divertente. Alla cascata rimettiamo gli sci in spalla e risaliamo per 150m in direzione del Rifugio. La classica “mazzata finale”. Distrutti arriviamo al Berni dove ci concediamo pizzoccheri e polenta con salsiccia. Torniamo dalla Val Camonica, anche qui coda per un incidente prima di Boario Terme, un incubo.