Tra le tutte le gite da fare, questa è sempre stata una di quelle più ambite. Una vera e propria classica dello scialpinismo, effettuabile subito dopo l’apertura del Furka. Lancio la proposta a Gabriele, che non solo accetta, ma offre il suo camper per una notte comoda e una partenza in perfetto orario. Impossibile lasciarsi scappare un‘occasione del genere. Partiamo con calma verso le venti e, dopo una veloce “cena al sacco”, arriviamo all’Hotel Belvedere alle undici e mezza sotto una magnifica stellata. Parcheggiamo a pochi metri dalla partenza e andiamo a letto.
Il Ghiacciaio del Rodano
Sveglia alle quattro, rapida colazione a base di gel Enervit, banana e Polase, vestizione, pelli e si parte alle quattro e quarantacinque. Grazie a uno scivolo di neve “scavalchiamo” il negozio di souvenir. Seguendo il tracciato per i turisti ci portiamo all’inizio del ghiacciaio. Le condizioni sono discrete, la neve non è molta ma c’è, il rigelo anche. Purtroppo è pieno delle tipiche conchette estive. Fin dopo la deviazione per il Galenstock rimaniamo sulla destra (salendo). Nella salita, dopo il bivio, siamo costretti a mettere i rampanti.
Da qui attraversiamo il ghiacciaio su un lunghissimo falsopiano che ci porta alla base della rampa finale. Qui le pendenze aumentano e la fatica si fa sentire. Gabriele oggi non sta benissimo mentre io mi sento veramente in forma. Punto deciso la sella alla base dell‘Eggstock. Da qui punto lo Schneestock dove mi concedo la rapida e facile salita in vetta. Dalla cima il panorama sul Dammastock è eccezionale, la deviazione merita. Scendo, rimetto gli sci e punto il Dammastock. Sul pendio finale decido di usare i rampanti. Volendo si riusciva anche senza, ma non avevo voglia di tribolare.
Vetta
Deposito gli sci poco prima della croce e in breve raggiungo la vetta. Oggi la giornata è semplicemente perfetta: si vede tutto, dal Bernina ai giganti del Vallese. Impressionante la parete est che precipita verso il Göscheneralpsee. Mi preparo per la discesa, cercando un posto comodo per mettere gli sci, anche se gli spazi qui sono stretti. Due curve sotto la vetta e sono di nuovo sul ghiacciaio. Mi raggiunge Gabriele, che con caparbietà non ha mollato. Lo aspetto mentre conquista la sua meritata vetta.
La discesa
La prima parte della discesa è eccezionale, su ottimo firn. Sbagliamo, portandoci troppo sulla sinistra in una zona crepacciata. Decidiamo di rientrare quindi lungo la normale. Col senno di poi era meglio godersi quell’ultimo pendio ripido prima del piattone. Il resto è una lunga discesa in falsopiano, con qualche toboga e alcuni attraversamenti di torrenti glaciali. Non il massimo, ma questa è una gita che si fa per ammirare l’immenso Ghiacciaio del Rodano. Rieccoci alla grotta di ghiaccio, ormai invasa da turisti di ogni nazione. Facendo finta di niente usciamo dal negozio e torniamo al camper.
Dopo una meritata merenda a base di birra, fonzies, focaccine e speck, rientriamo a casa. Una gita fantastica in uno degli ambienti più belli delle Alpi. Non sottovalutate il ghiacciaio, presenta numerosi crepacci, non sempre ben visibili nella parte alta. Da fare in annate con ottimo innevamento.