La Presanella era in cima alla lista da parecchio tempo, ma non si era mai presentata l’occasione giusta. Quest’anno le condizioni sono eccezionali: ottimo innevamento, strada per il rifugio aperta e giornata stabile dopo una nevicata, cosa chiedere di più?
Partenza dall’ex Forte Pozzi Alti
Sfrutto l’ospitalità di Matteo e vado a dormire da lui a Ponte di Legno per evitare viaggi ad orari impossibili. Sveglia alle 3:30, arriviamo fino all’ultimo tornante dove la strada è interrotta. Posteggiamo e imbocchiamo, sci in spalla, l’evidente sentiero n. 233. Il sentiero è davvero suggestivo, si tratta infatti di una ex mulattiera austriaca della prima guerra mondiale.
In circa un’ora e mezza arriviamo al Rifugio Denza. Riusciamo a mettere gli sci solo negli ultimi 100m. In generale direi che è quasi impossibile salire con le pelli lungo il sentiero; è abbastanza esposto e con un innevamento abbondante il pericolo valanghe dai pendii superiori sarebbe molto elevato. Bisogna attendere il momento giusto, tipicamente a fine Maggio.
Dal Rifugio Denza alla vetta
Dal rifugio procediamo in direzione SSE. Ottimo rigelo, procediamo velocemente. Costeggiamo la vecchia morena in direzione del Ghiacciaio della Presanella. Risaliamo quindi il bellissimo pendio che porta alla Sella Freshfield. Condizioni invernali, il primo ha dovuto battere traccia in 30cm di polvere! Dalla sella si perdono circa 20m con l’aiuto di un cordino: la vetta è ancora lontana!
Con un semicerchio ci portiamo alla base della cresta ovest che scende dalla cima. Dobbiamo di nuovo togliere gli sci per salire questo tratto ripido. Una volta in cresta rimettiamo gli sci e ci portiamo alla base del pendio finale. Togliamo gli sci e, a piedi, raggiungiamo la vetta. I ramponi possono tornare comodi per arrivare in vetta, oggi non erano necessari.
Discesa spettacolare
Molti scendono dalla nord, oggi in condizioni perfette. Eravamo molto tentati ma le valanghe alla base della parete ci hanno fatto desistere. Sciamo in derapata la cresta, cercando di rimanere più alti possibili sulla Vedretta di Nardis. Riusciamo ad arrivare alla base della sella senza rimettere le pelli, spingendo neanche troppo. Risaliamo alla sella e iniziamo la discesa. Forse la più bella dell’anno, polvere invernale e firn in basso fino al rifugio, meraviglioso. Meritata birra al rifugio e poi lungo rientro a piedi.