Cima di Lago Spalmo
Scialpinismo alla Cima di Lago Spalmo con partenza da Arnoga per il Rifugio Federico in Dosdè

Relazione
Un’altra zona ancora da esplorare e una cima considerata da molti un vero paradiso per gli sciatori, grazie al suo splendido pendio finale. Ospite di Davide, passo la notte a Isolaccia per evitare una faticosa levataccia. La sveglia suona alle 4:45: meglio partire presto, dato il lungo avvicinamento. Parcheggiamo l’auto poco oltre il tornante di Arnoga e imbocchiamo la lunga strada sterrata — oggi innevata — che conduce al Rifugio Federico in Dosdè.
Partenza da Arnoga

Per raggiungere il Rifugio Federico, è meglio seguire la variante bassa all'andata. In totale sono circa sei chilometri e mezzo. Al rifugio ci concediamo una pausa tè e una chiacchierata con i cordiali gestori, che ci informano che la Cima di Lago Spalmo è ancora tutta da tracciare. Questo ci motiva: vogliamo provarci. Seguiamo inizialmente l’itinerario per la Punta d’Avedo, la meta di tutti gli altri ospiti del rifugio. Poco dopo, deviamo a destra, alla base della fascia rocciosa dei pendii superiori. Risaliamo un breve canale, poi ci spostiamo di nuovo verso sinistra.
Da qui puntiamo al ghiacciaio, mantenendoci sempre sulla sinistra, quasi al limite della parete che precipita verso il Ghiacciaio Dosdè Orientale. A un certo punto sembra impossibile proseguire, ma un ultimo breve dosso sulla destra ci permette di raggiungerlo
Oggi meglio rinunciare alla vetta

Risaliamo il bellissimo pendio con numerose inversioni, alternandoci nel tracciare. La pendenza aumenta e la neve fresca è abbondante. Scaviamo una buca per verificare la presenza di strati deboli, ma non rileviamo particolari problemi. Raggiungiamo la base del canalino finale, dove le pendenze si fanno ancora più ripide e la neve diventa più ventata. Gli ultimi 100 metri sarebbero un azzardo, e preferiamo non rischiare. Per oggi può bastare.
La discesa è stupenda: farina pressata nella parte alta, polvere soffice più in basso. Siamo soli, non potremmo chiedere di meglio. Squisita merenda sostenuta al rifugio a base di malfatti, polenta e cervo. Si mangia veramente bene, consigliato. Per rientrare conviene arrivare alla Baita Caricc, passare sull'altro versante e prendere la strada alta. Si devono spallare gli sci per due tornanti ma poi si riesce ad arrivare ad Arnoga più agevolmente: si tolgono gli sci solo nella salita finale poco prima dell’arrivo.
La discesa merita la sua fama. In inverno molti vengono scoraggiati dal lungo avvicinamento ma a mio avviso non è niente di drammatico, ne vale la pena, soprattutto se si trova la pala intonsa.
Galleria fotografica
Potete usare le foto come volete, ci dedico tempo e passione quindi una citazione con il link al mio blog è opzionale ma tanto gradita. In questo caso scrivetemi per dirmi dove l’avete usata 🙂
Mappa e tracce
- Quota minima
- 0m
- Quota massima
- 0m
- Dislivello
- 0m
- Distanza
- 0km
NB: La rilevazione gps potrebbe non essere sempre precisa e riportare valori errati
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