Dopo un tentativo naufragato per un temporale riprovo con Ale questa magnifica traversata. Partiamo alle 21:30 da Piazza Garibaldi destinazione Resegone. Arriviamo in vetta dopo due ore e cinquanta minuti. Scendiamo in direzione della Forcella di Olino. Al buio facciamo un po' di fatica a prendere la direzione giusta al bivio dopo la Sorgente Forbesette. Attraversiamo la galleria e ci concediamo un primo microsonno alla partenza della carrareccia che porta alla Culmine di San Pietro.
Dalla Culmine ad Artavaggio
Ripartiamo mezzi addormentati, per fortuna il percorso è evidente. Arrivati al passo scendiamo lungo la provinciale fino al bivio per Artavaggio. A metà circa nuovo microsonno su un tornante in cemento. Quando hai sonno riesci a dormire dappertutto! Colazione veloce con mini-briosche Bauli e Latte al cioccolato Parmalat 🤣. Al Rifugio Sassi Castelli ci concediamo un colazione più sostanziosa con fetta di torta e cappuccino. Pancia piena e sole caldo ci rianimano, siamo pronti per ripartire.
Da Artavaggio al Rifugio Grassi
Scendiamo verso il vallone, prendendo a destra la deviazione per la Casera Campelli e il Sentiero degli Stradini, al termine del quale ci raggiunge mio papà, venuto per condividere con noi una parte del percorso fino al bivio per il Rifugio Buzzoni. Breve pausa al Rifugio Lecco e poi via verso il Passo del Toro. Salutiamo mio papà e iniziamo la salita sotto un sole infuocato.
Per fortuna la sorgente non è secca, possiamo rifornirci d'acqua. Superato il passo, il sentiero diventa più agevole, alternando tratti in piano a brevi salite. Pranzo al Rifugio Grassi a base di pizzoccheri e taglietelle al ragù di cervo. La ciccia ci fa dimenticare la stanchezza, siamo pronti per attaccare il Pizzo Tre Signori, il punto più alto della traversata.
Pizzo Tre Signori e discesa a Premana
La salita al Pizzo con 40km nelle gambe è tosta, ma Ale è super determinato a chiudere il giro. Per fortuna le nuvole oscurano il sole mantenendoci al fresco. Raggiunta la vetta scendiamo in direzione del Rifugio Falc dove ci concediamo un merenda con le loro famose torte. Ora ci attende l’eterna discesa fino all’area industriale di Premana. Questo forse è il tratto più tosto, siamo stanchi e la strada è lunghissima. Dopo ventidue ore, sessantadue chilometri e tremilaottocento metri di dislivello chiudiamo la traversata.
Una bellissima giornata tra le montagna di casa in compagnia del mio nipotino. A soli 12 anni non è banale chiudere un giro del genere, bravo!