Ritorno al Lagginhorn con Fabiana per respirare di nuovo l’aria sottile dei 4000. Rifugi strapieni in tutta la valle, quindi pernottiamo in tenda a fianco della Weissmieshütte. Salita agevolata dagli impianti di Saas-Grund, optiamo quindi per la modalità “tender”: i nostri zaini, più uno zainetto piccolo con il materiale da bivacco. Dobbiamo infatti percorre solo il tratto dalla stazione di Kreuzboden al Rifugio.
Pernottamento in tenda di fianco al rifugio
Vicino al rifugio ci sono diverse comode piazzole dove sistemare una tenda. Ne abbiamo trovate tante anche sotto la morena che va al Fletschorn — già allestite con dei muretti antivento — ma non ne valeva la pena: troppo fredde, e si risparmiano solo pochi metri di dislivello. I gestori del rifugio poi sembrano tollerare bene i campeggiatori. Accettano le carte, quindi ci concediamo anche una panaché come aperitivo.
Vicino al locale invernale c’è una comoda fontana dove rifornirsi di acqua. Prepariamo il nostro risotto in busta Knorr e andiamo a nanna. Sveglia alle 4:45 e partenza alle 5:30. Forse era meglio partire un po’ prima. Dal Rifugio scendiamo fino al ponticello sul torrente che scende dal Fletschorn e quindi iniziamo a risalire la morena. A circa 2800m un grosso ometto segna la deviazione per la cresta integrale del Lagginhorn.
La cresta integrale
Tutto il percorso è ben segnato con diversi ometti, difficile sbagliare. Una pietraia abbastanza docile, con tracce di sentiero segnate da numerosi passaggi. All’inizio della cresta è possibile addirittura bivaccare, ci sono infatti alcune piazzole erbose molto comode.
A circa 3400m ci ricongiungiamo alla normale proveniente dal Lagginhorngletscher, oggi in condizioni pietose, con evidenti scariche di sassi sulla superficie. Molta meglio la cresta integrale, al riparo da pericoli oggettivi. Superiamo la facile placca di II° e attacchiamo la vetta. Quest’anno addirittura manca il nevaio finale. Si arriva in vetta senza mettere i ramponi.
La lunga discesa
Panorama grandioso, dal Weissmies ai giganti del Vallese. Impressionante il baratro verso Gondo e la Laggintal, percorsa l’autunno scorso per salire al Tossenhorn. La discesa è eterna e faticosa, ci vuole più o meno lo stesso tempo che a salire. Arriviamo agli impianti di Kreuzboden con i piedi cotti.
La variante integrale è sicuramente consigliata rispetto alla normale, in queste condizioni poi è possibile salire in scarpe da trail. Non abbiamo usato nulla del materiale che avevamo portato. Attenzione però a non sottovalutare l’itinerario: a queste quote può nevicare in piena estate. In questo caso corda picca e ramponi obbligatori.